(detto
il Giusto). Re di Francia. Nel 1610 salì al trono alla
morte del padre Enrico IV di Borbone, sotto la reggenza della madre Maria de'
Medici e del ministro C. Concini, favorito dalla regina e suo consigliere
privato. Nel 1611, allorché si attesero i preparativi delle nozze del
giovane
L. XIII con Anna d'Austria (il matrimonio fu celebrato nel 1615),
la Francia sembrò riavvicinarsi alla Spagna e questo accostamento, voluto
da Concini, dette l'avvio al cosiddetto "Movimento dei Grandi di Francia", di
carattere politico e religioso (si era infatti riaccesa la lotta tra cattolici e
protestanti), capeggiato dal principe Enrico di Condé. Nel 1617
L.
XIII, intollerante della sempre maggior invadenza di Concini, lo fece
uccidere, accusando nel contempo la moglie di lui, Eleonora, di stregoneria; la
tregua di Loudus (1616) pose fine, momentaneamente, al "Movimento dei Grandi di
Francia" e l'arresto del principe di Condé, poi rinchiuso alla Bastiglia,
sembrò far trionfare del tutto la causa del re. Da allora, in mezzo al
furore della guerra dei Trent'anni
L. XIII risultò in balia dei
ministri che si susseguirono dopo Concini. Il posto di Concini fu preso dal duca
Albert di Luynes e la politica estera portò ben presto l'impronta della
personalità di questi, convergendo verso gli interessi che cercavano di
far cessare le lotte religiose, senza pensare che il rafforzamento del
Cattolicesimo avrebbe inevitabilmente avvantaggiato la Spagna nei confronti
della Francia. Alla morte di Luynes (1624),
L. XIII affidò la
politica dello Stato al cardinale Richelieu e durante il governo di questi, le
lotte interne tra cattolici e protestanti si acuirono sempre di più, per
finire solo nel 1642, con la cospirazione di
Cinq Mars. Tra re e ministro
i rapporti furono sempre tesi, pur difendendo entrambi le prerogative sovrane
contro gli intrighi della nobiltà. Morto nel 1642 il cardinale di
Richelieu gli successe al potere il cardinale Mazzarino, al quale il re si
affidò con piena fiducia.
L. XIII fu un re soldato, amante della
musica e della caccia, ma anche di carattere debole e tale poté apparire
perché sopraffatto dalle personalità predominanti dei suoi
ministri (Fontainebleau 1601 - Saint-Germain-en-Laye 1643). • Arte -
Stile L. XIII: va precisato che il cosiddetto stile
L. XIII non
coincide temporalmente con il regno di
L. XIII, ma risulta essere
più esteso, visto che generalmente si suole circoscrivere tale fenomeno
artistico entro due date limite: il 1589, che segna l'ascesa al trono di Enrico
IV, e il 1661, anno della morte di Mazzarino. La stessa fisionomia dei mobili
costruiti secondo questo stile è complessa e derivata; si tratta infatti
di una precisa articolazione dell'ebanisteria fiorentina del tardo
Quattrocento-Cinquecento, portata in Francia non solo dal diretto innesto con la
cultura di Firenze, desiderato e attuato da Francesco I, ma soprattutto dalle
due regine, Caterina e Maria de' Medici. Aspetto caratteristico è
l'estrema semplicità delle strutture lignee in molti mobili come sedie,
letti, armadi, studioli che servivano da supporti elementari di drappi e cuoi.
Largo uso viene fatto del legno scuro, soprattutto l'ebano, e delle colonne
tortili, a cui si abbinano sovente tarsie, incrostazioni d'avorio, di madreperla
o inserti di pietre dure. Anche il mobile più caratteristico dello stile
L. XIII, il
cabinet, non è che una variazione dello
stipo fiorentino. Caratteristico il forte ornato che si sovrappone alle
severe linee del disegno; tale ornato rimarrà poi nelle sue variazioni,
come peculiarità degli stili dell'ebanisteria francese del
Sei-Settecento. Tipico è anche il
buffet, composto da due elementi
sovrapposti o uniti da colonnette e cariatidi; l'intero mobile, del resto, era
fortemente intagliato a figure o a punte di diamante per tutta la superficie.